A casa di Agape

posso venire a casa tua? vieni, dai e anche se tardassi tu entra pure, troverai "fuori posto" tra ciò che lascio cadere e quel che dimentico di dire, pensieri che si raccontano da sè...care about it 'till i come!


giovedì 24 dicembre 2009

vigilia

c’è già coda dall’ortolano sotto casa e i parcheggi sbuffano di queste attese e carrelli come ferraglie sbattute a fine corsa. quotidianità in quest’attimo che vorrei silente, come la neve che tutto ammorbidisce e tace. come l’attesa che addensa il sangue al cuore e soffoca un’emozione che stà traboccando

domenica 6 dicembre 2009

per tutti quelli che non mettono il punto,
ma vanno a capo,
con il capo chino nelle spalle
enjambement sur l'empasse
che non passa
e nemmeno resta.

lunedì 30 novembre 2009

e quando disfi i sogni rimangono solo ragni,
ragni senza tela,
fili dissipati.
sono sogni già invecchiati.

sabato 11 luglio 2009

radio

scendevo lo scivolo per entrare nel garage e la radio mandava una canzone di Gianna. l'ho ascoltata, non l'ho cantata sopra le sue righe.ascoltavo la voce.quella voce che mi ricorda i concerti, i cd sparsi, le interviste.
ascoltavo la sua voce, e mi sembrava incredibile poter fermare in un nastro un istante.
allora si riesce a rendere eterno un istante, a catturarlo senza congelarlo, a prenderlo in volo con tutto quello che c'è.
Gianna ha catturato così tante volte la sua voce, da quando aveva 16 anni...e quanto dice la voce di una persona...
quant'è stata lungimirante.
nemmeno una fotografia ha tale enfasi: una fotografia ha solo una dimensione, devi incantarti con occhi fissi immobili mentre la tua moviola scorre, sei fuori tempo gli istanti son ben distinti e per riviverli ti devi fermare e farli ritornare.ma sempre fuori tempo.
no, nemmeno la fotografia, nemmeno le tue parole, la tua grafia, nemmeno quel verso.
...ma la Voce.
sentire la propria voce a distanza di tempo è come se ti parlasi sulla stessa frequenza, il tempo continua a scorrere come dialogo ininterrotto, parlarsi e ascoltarsi...


vorrei parlarmi quando avevo 10 anni e poi voltarmi e rispondere quando ne avevo 16 per rimanere in silenzio a 40 ad ascoltare, e sfogarmi a 20 per poi ridermi a 30 e continuare a parlare da me a me..

alle volte cozza mi guarda con occhi fermi perchè non ha capito quel fiume che le dico, allora ho fatto una prova, anche se non ti riconosci sei tu, qualche mese fà ho fatto una registrazione vocale qualche verso stridulo e una mezza risata, ascolta, play.
ti rispondi da sola, indicando il nastro e guardandomi. altri versi. incomprensibili.
ri-ascolta.
play
e di nuovo ti rispondi.
ecco cosa intendevo.

mercoledì 13 maggio 2009

un desiderio

e se la notte ruba il sonno io v'accompagno nel mio delirio...
ce ne sono di parole da contare, da assaporare da cogliere...la parola che più mi fà partire è DESIDERARE.
e quella che mi porta ovunque è AMORE. che sono legate, si stringono come in un abbraccio a cintura e libere..in un continuo cercarsi.
la parola amore viene continuamente sbattuta ovunque, e mi domando cme mai non ci sia un verbo per ogni sua sfumatura...per dar forma ad ogni suo essere, non per contenerlo, poichè come disse D.V.Salvoldi "l'Amore è dentro di voi, liberalooooooooooooooo!" (con tutte le "o")bensì per liberare ogni forma d'amore possibile...e mi sembra bellissimo...
per esempio, i Greci avevano 4 verbi per indicare l'AMORE:
- fileo =amore fraterno
- Agape=il piacere di fare le cose (ma agape ha un significato così spaziale che girogirogiro come una trottola in questo amore incondizionato...)
-stergo=amore tra padre e figlio, nipote e nonni, protettivo.
-eros=amore tra due persone, che significa alato (con le ali)...
ma non è sufficiente avere le ali per volare...devi desiderarlo!
(per gli dei era pteros, che significa colui che dà le ali)

dunque arriviamo al DESIDERIO che significa distogliere lo sguardo dalle stelle ma per spiegarlo bisogna partire dalla parola CONSIDERARE - dal latino deriva da sidus, -sideris 'stella' che col prefisso CON indica l'osservazione degli astri (per trarre auspici), quindi leggere le stelle per decifrare il futuro. di qui la privazione del DE nella parola DESIDERARE, distogliere lo sguardo dalle stelle...(e qui si abbraccia la Bellezza che salterei da un post all'altro....ma come si fà???) ultimamente il filosofo Galimberti ne ha attribuito il suo significato spiegandolo come" L'etimologia della parola desiderio ci rimanda al De bello Gallico: i desiderantes erano i soldati che stavano sotto le stelle ad aspettare quelli che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo desiderare: stare sotto le stelle ed attendere."

Poi ci sono queste parole che da sole incantano, dal Fuengian cileno che risolve con mamihlapinatapei lo "sguardo di intesa corrisposto tra due sconosciuti che però esitano a fare il primo passo" (già come lo traduci te?) oppure la parola olandese questing indicano "una coppia che va a letto insieme, ma solo per chiacchierare (Coccola ce lo confermi?....ma voi olandesi non potete chiacchierare al bar, come tutti???? woot:)

oppure ancora dal russo invece la parola razbliuto, il sentimento che si prova quando si guarda una persona che hai amato, ma che ora non ami più.ecco, quanti sguardi possiamo descrivere? sì perchè forse lo sguardo, gli occhi, come dice Conta sono l'unico linguaggio universale...

e poi non c'entra nulla ma a leggerla m'è salita in testa Pippicalzelunghe, dall'olandese arriva una parola onomatopeica che descrive "il rimbalzare i sassi sull'acqua": plimpplamppletteren. mbhè,non è fantastica? c'è chi conta i rimbalzi e chi li suona...

(queste ultime parole le ho trovate nel "Il senso del tingo" di Adam Jacot de Boinod)

bene, la prossima volta che rivivo l'emozione di fissarmi in uno sguardo d'intesa devo solo ricordarmi di dire mamihlapinatapei, oppure guardare oltre e........ plimpplamppletteren!