A casa di Agape

posso venire a casa tua? vieni, dai e anche se tardassi tu entra pure, troverai "fuori posto" tra ciò che lascio cadere e quel che dimentico di dire, pensieri che si raccontano da sè...care about it 'till i come!


sabato 11 luglio 2009

radio

scendevo lo scivolo per entrare nel garage e la radio mandava una canzone di Gianna. l'ho ascoltata, non l'ho cantata sopra le sue righe.ascoltavo la voce.quella voce che mi ricorda i concerti, i cd sparsi, le interviste.
ascoltavo la sua voce, e mi sembrava incredibile poter fermare in un nastro un istante.
allora si riesce a rendere eterno un istante, a catturarlo senza congelarlo, a prenderlo in volo con tutto quello che c'è.
Gianna ha catturato così tante volte la sua voce, da quando aveva 16 anni...e quanto dice la voce di una persona...
quant'è stata lungimirante.
nemmeno una fotografia ha tale enfasi: una fotografia ha solo una dimensione, devi incantarti con occhi fissi immobili mentre la tua moviola scorre, sei fuori tempo gli istanti son ben distinti e per riviverli ti devi fermare e farli ritornare.ma sempre fuori tempo.
no, nemmeno la fotografia, nemmeno le tue parole, la tua grafia, nemmeno quel verso.
...ma la Voce.
sentire la propria voce a distanza di tempo è come se ti parlasi sulla stessa frequenza, il tempo continua a scorrere come dialogo ininterrotto, parlarsi e ascoltarsi...


vorrei parlarmi quando avevo 10 anni e poi voltarmi e rispondere quando ne avevo 16 per rimanere in silenzio a 40 ad ascoltare, e sfogarmi a 20 per poi ridermi a 30 e continuare a parlare da me a me..

alle volte cozza mi guarda con occhi fermi perchè non ha capito quel fiume che le dico, allora ho fatto una prova, anche se non ti riconosci sei tu, qualche mese fà ho fatto una registrazione vocale qualche verso stridulo e una mezza risata, ascolta, play.
ti rispondi da sola, indicando il nastro e guardandomi. altri versi. incomprensibili.
ri-ascolta.
play
e di nuovo ti rispondi.
ecco cosa intendevo.